Anime, relax & divertimento!!!

Posts written by sonnÿ

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    ^^ ovviamente aspetto i miei capitoli io!!! mi raccomando!!!!
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    ahahaXD voi l'avevate già letto cmq!!^^
    prometto di scrivere gli altri capitoli....ultimamente la scuola mi ha portato via un pò di tempo....
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    Altri capitoli!!

    SPOILER (click to view)
    Capitolo 15: Preferisco morire domani, che vivere cent’anni senza conoscerti

    (Pocahontas)



    La notte non riuscii a dormire; continuavo a ripensare alle due paroline che Travis mi aveva detto, e alle sue ultime parole, di cui non ho capito il significato.
    -“E ti amerò per sempre. Ricordatelo Vicky, non dimenticarlo mai.” Chissà cosa intendeva dire con quelle parole; era strano ieri sera…-
    Mi giravo e rigiravo nel letto; non riuscivo a dormire. Domani avrei avuto il compito di matematica, se non chiudevo occhio non ce l’avrei mai fatta.
    Il metodo della ripetizione ha sempre funzionato; iniziai a ripetermi una ad una le regole di matematica, all’inizio delle terza regola mi addormentai.

    La sveglia iniziò a suonare. Maledetta sveglia.
    Mi alzai di controvoglia; ancora mezza addormentata mi diressi in bagno. Mi lavai il viso per svegliarmi un po’. Denti e capelli. Dopodiché in camera per vestirmi.
    Indossai un jeans stretto nero, una maglia sul viola e le converse. Presi la mia roba e scesi per fare colazione; dire che ero sorpresa era un eufemismo. I miei genitori erano tornati.
    Mia madre fu la prima ad accorgersi della mia presenza. <<oh! Buongiorno tesoro!!>> si avvicinò a mi abbracciò. <<che bello vederti.>
    <<ciao mamma. Quando siete tornati?>>
    <<questa notte, verso le 4. Dormivi, non volevamo svegliarti.>>
    Mio padre smise di leggere il giornale per venirmi a salutare. <<la mia bambina!! Vieni qui ad abbracciare il tuo papà!>> Lo abbracciai.
    <<vuoi fare colazione?>> mi chiese mia madre.
    Aveva preparato brioche e caffè.
    <<prendo solo una brioche; devo scappare che sono già in ritardo per prendere il treno e ho un compito importante oggi.>>
    Presi la mia brioche e me ne andai. <<ciao.>>

    Arrivai in stazione e come al solito il treno era in ritardo. –Spero solo di farcela…il test di matematica è alle prime 2 ore….non posso permettermi di saltarlo e poi voglio vedere Travis.-
    Il treno arrivò dopo 10 minuti. Salendo avevo notato Lucy, la Barbie/ragazza di Jack; quanto mi sta antipatica. Poi mi venne in mente un’idea. Mi avvicinai a Lucy.
    <<ciao Lucy.>>
    <<che vuoi?>>
    -Che strega.-
    <<no, niente….volevo solo avvisarti di una cosa. Sei al corrente che il tuo “ragazzo”, per così dire, ti mette corna a tutto spiano?? Mi domando ancora per quale motivo tu stia insieme a lui. Volevo solo avvisarti di questo inconveniente. Ti saluto.>>
    Detto questo me ne andai. Lucy era shockata dalle mie parole, non voleva credermi, ma sicuramente sospettava già qualcosa, quindi non cercò neanche di difendere Jack.
    –Non l’ho fatto per lei. Sinceramente non me ne poteva fregare niente del fatto che venisse tradita, ma volevo fargliela pagare a quel bastardo, per tutto quello che mi ha fatto.-
    Il treno arrivò a meno un quarto alle 8 in stazione; avevo un quarto d’ora per arrivare a scuola, più che sufficiente. Mentre mi avviavo verso la scuola, pensavo a quello che avrei detto a Travis a fine giornata. Dovevo rispondergli alla sua confessione come si deve, e soprattutto chiedergli cosa significassero quelle ultime parole della il giorno prima.
    Arrivai a scuola in 10 minuti; mi diressi in classe. Tutti impegnati a ripassare, ma lui, come al solito, non era ancora arrivato.
    Andai al mio posto e iniziai a ripassare anche io. Alle 8 in punto il professore entrò in classe.
    <<ragazzi, separate i banchi, più tempo perdete a spostarli, meno ne avrete per il test.>>
    Ci fu un rumore di spostamento di banchi che mi snervava, ma in pochissimo tempo i banchi erano già tutti allineati.
    Il professore passò tra i banchi a consegnare il foglio del test.
    Guardai verso il banco di Travis, non era ancora arrivato.
    -Ma dov’è? Dopo tutto quello che ha fatto per questo test, non si presenta?-
    <<dite pure ai vostri compagni assenti che il test non è recuperabile in nessun modo. Ora girate pure i fogli ragazzi, potete iniziare.>>
    -Magari farà solo un po’ di ritardo.-
    Iniziai a svolgere i primi esercizi; man mano che andavo avanti diventavano sempre più difficili, ma con impegno riuscivo a farcela.
    Passò un’ora dall’inizio del test. –Dove sarà!-
    Tornai agli esercizi.
    <<10 minuti ragazzi>>
    Non riuscivo più a concentrami. –Non posso credere che abbia saltato il test, no. Non posso proprio.-
    La campanella suonò. Avevo svolto 18 esercizi su 20; la maggior parte erano giusti, quindi non avrei avuto problemi a prendere anche solo la sufficienza.
    Consegnai il mio test per ultima. <<professore, mi scusi. Il test per gli assenti è proprio irrecuperabile?>>
    <<si signorina Evans, irrecuperabile.>>
    <<ma Travis….avrà avuto dei problemi, altrimenti non avrebbe mai saltato il test. Ha studiato duramente, non l’avrebbe mai…>>
    <<non si preoccupi per il signor Baker, ha richiesto se poteva svolgere il compito prima, per problemi familiari, e io non avuto nulla da discutere.>>
    <<problemi familiari?? È successo qualcosa di grave??>>
    <<non posso dirle niente a riguardo, ma non deve preoccuparsi.>> detto questo se ne andò.
    Passai l’ora successiva immersa nei miei pensieri. –Problemi familiari? Chissà che sarà successo...-
    Quando suonò la campanella dell’intervallo, andai a farmi un giro per schiarirmi un po’ le idee. Mentre scendevo le scale per andare in cortile incontrai Lucy. Mi guardò dritta negli occhi; non volevo arrivare ad uno scontro, quindi andai avanti.
    <<ti devo un favore>> mi disse alla fine.
    <<cosa?>>
    <<non avrei mai avuto la scusa perfetta, una prova per lasciare Jack. Ti sono debitrice.>>
    Ero sbalordita. L’aveva lasciato veramente? Ero soddisfatta; la mia vendetta aveva funzionato allora.
    <<non preoccuparti, hai già pagato il tuo debito lasciando Jack.>>
    <<ho un’informazione per te, riguarda Travis.>>
    Stavolta la guardai io dritta negli occhi. <<travis?>>
    <<si…sta partendo in questo momento da casa; è diretto verso l’aeroporto.>>
    <<aeroporto? Ma cosa stai dicendo?>>
    <<ti starai domandando come faccio a saperlo; i suoi genitori lavoravano per mio padre. Hanno avuto una proposta di lavoro migliore in Francia. L’aereo parte alle 11, hai 30 minuti per poterlo fermare. Ti conviene sbrigarti.>>
    <<sta partendo?? Ma come, cosa? Non è possibile…>>
    Poi tutto fu più chiaro. –Tutto combacia…l’averlo trovato ieri pomeriggio a scuola…era venuto per svolgere il test…e quelle parole. Tutto combacia.-
    <<ma non ce la farò mai per fermarlo! Non ho un mezzo per andare e poi c’è ancora scuola…Io…>>
    <<vuoi davvero che l’amore della tua vita se ne vada così, Veronica? Fregatene della scuola, il mezzo te lo trovo io. Seguimi.>>
    La seguii; non potevo permettere che se ne andasse via così.
    Andammo al cancello principale. <<quella moto…>>
    <<È il mezzo che ti farà arrivare a destinazione. Si, è la stessa che aveva Travis. Lui ti accompagnerà.>>
    Un ragazzo sbucò da dietro l’angolo. <<fermalo Veronica.>>
    <<perché fai tutto questo per me, Lucy?>>
    <<perché mi dispiace per quello che Jack ti ha fatto, e perché un po’ ti ho sempre ammirata.>>
    <<tu?? Ammirare me?>> ero sbalordita.
    <<già. Sempre impossibile, vero??>> le sorrise. <<fammi sapere come è andata.>>
    <<si. Grazie, davvero Lucy.>>
    <<vai ora.>>
    Il ragazzo era già sulla moto, già accesa. Gli corsi incontro e indossai il casco. Mi aggrappai e lui immediatamente partì.
    -Spero di fare in tempo, non voglio che se ne vada. Non potrei sopportarlo.-
    La moto sfrecciava tra le strade; una fortuna che non ci fosse tanto traffico. Arrivammo in stazione alle 11 meno un quarto.
    Scesi velocemente dalla moto, ringrazia il ragazzo di cui non sapevo neanche il nome e mi lanciai in una corsa verso i voli in partenza. Era difficile muoversi, era piano di gente quel giorno.
    -Devo sbrigarmi, mancano solo 10 minuti prima che decolli.-
    Arrivai davanti agli imbarchi; cercai con lo sguardo una figura che potesse sembrarmi familiare. Niente. Non lo vedevo.
    -Non posso passare oltre. E se fosse già di là?-
    <<scusate! Permesso! Scusate, fatemi passare!>> arrivai davanti alla sicurezza.
    <<mi scusi signorina, non può andare oltre se non ha il biglietto d’imbarco. Siamo spiacenti.>>
    <<vi prego, vi scongiuro. Devo passare.>>
    <<non ci obblighi a portarla via con la forza signorina, la prego.>>
    <<vi prego…>> iniziai a piangere. <<il ragazzo che amo sta partendo per la Francia e io….io devo fermarlo. Devo dirgli quello che provò. Deve restare con me. Vi prego.>>
    La sicurezza mi guardava come se fossi pazza; mi stavo arrendendo.
    <<vai.>> mi disse uno di loro. <<fermalo, se è vero amore resterà.>>
    Una luce di speranza si riaccese in me. Cominciai a correre. Uscita 7 mi avevano detto.
    -Eccola!- avevo il fiatone. –Lui dove sarà?-
    Lo cercai, quando lo vidi. Stava per imbarcarsi.
    <<travis!!!!>> urlai con tutta la forza che avevo in corpo.
    Lui si girò; corsi nella sua direzione. Era sorpreso di vedermi lì.
    <<vicky! Che ci fai qua?!>>
    <<non andartene Travis! Non andare in Francia! Tu odio il francese! Non lasciarmi!! Perché non mi hai detto che stavi per partire? Perché?>> lo guardai con le lacrime agl’occhi.
    Lui non parlò, si limitava a guardarmi.
    <<non andare via. Ti amo, preferirei morire piuttosto che vivere senza di te. Non sopporterei la tua mancanza, Travis. Resta.>> in quel momento lo stavo abbracciando.
    Lui mi allontanò da sé. <<non posso Vicky. I miei hanno bisogno di me.>>
    <<no, non è vero. Io ho bisogno di te!>>
    Abbassò lo sguardo senza sorreggere il mio. Scosse la testa. <<devo andare. Il mio volo sta partendo.>> si voltò. Vidi una lacrima scendere sul suo viso.
    <<travis…>>
    Varcò l’entrata; ormai era finita.
    Tutta la gente attorno aveva assistito alla scena, e non c’era stato neanche un lieto fine.
    Caddi a terra senza forze. Iniziai a piangere, mentre l’aereo partiva, portandosi via le mie ultime speranze di rivederlo.
  9. .
    Riferirò anche da parte tua Fran^^
    cmq, anna non resta assente dal forum (giusto??? o__o)
    Mi ha solo chiesto di dire a Giada che le mancherà!!^^
  10. .
    Certo amola!!!^^
    Domani glielo riferisco!! Ora è un pò tardi!! non so se è ancora sveglia!!^^
    Kisses!!♥♥
  11. .
    Allora!! Sono qui da parte della sister _Gi@d@_
    Mi ha avvisata che le si è rotto il pc, quindi non sa per quanto tempo potrà essere assente.
    Manda un grosso bacio a zucca e a tutte la altre sisters!!^^
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    Aggiunto capitolo 14!!! Scoprirete come Travis si sia innamorato della nostra protagonista!!!!^^
  13. .
    La vena ispiratrice era tornata, quindi ho scritto altri capitoli!! Ve ne posto uno^^

    SPOILER (click to view)
    Capitolo 13: Il caso non esiste

    (Kung Fu Panda)



    Capitolo dalla parte di Travis

    “Le cose potranno mai tornare come prima?”
    Queste parole continuavano a rimbombare nella sua mente. Lei gli aveva detto che le dispiaceva, di tutto, ma lui le aveva comunque risposto di non saperlo.
    Arrivò a casa sua; i suoi genitori erano a lavoro come sempre. Praticamente vivevano in due mondi diversi; lavoravano in ufficio fino a tardi, e quando tornavano Travis era già chiuso in camera sua.
    Era off limit; nessuno poteva entrarvi, eccetto lui.
    Si sdraiò sul letto e iniziò a pensare. A ripensare a quel giorno in cui capì di essersi innamorato di Vicky; dei flashback gli tornarono alla memoria.

    -Che noia. In giorni come questi non so mai che fare.-
    Una giornata come tutte le altre, pensò Travis; era quasi sera, ma comunque decise di andarsi a fare un giro. Camminò fino ad arrivare ai giardini pubblici. Si sedette su una panchina; iniziò a guardare il cielo che iniziava a colorarsi di rosso. Pensò a quel proverbio che diceva “Rosso di sera, bel tempo si spera”; le previsioni per domani davano pioggia però.
    -Non succede mai niente di interessante da queste parti. Che noia.- Si alzò per andarsene quando ad un certo punto sentì qualcuno cantare.
    Una voce che lo colpì profondamente; così profonda da metterlo in pace con se stesso. Si guardò attorno, cercando di capire da dove provenisse, quando finalmente la vide. Non poteva credere che fosse davvero lei, la ragazza che tormentava. Veronica.
    Continuava a guardarla con lo sguardo stupito e meravigliato allo stesso tempo; lei parve non accorgersi di lui. Continuava a cantare, con le cuffie alle orecchie, imperterrita.
    Iniziò anche a fare qualche passetto di danza, ma il ballo non è il suo forte, dato che cadde a terra sbattendo il sedere.
    Travis non poté trattenere una risata; cercò di soffocarla il più possibile per non farsi scoprire. Veronica si rialzò e iniziò a massaggiarsi il fondoschiena.
    -Ha preso una bella botta- pensò. Dopo si ritrovò a guardarla.
    Capelli lunghi, fino all’altezza delle spalle, di una castano tendente al rossiccio, alta su per giù 1.60m e con degli occhi di un castano tendente al verdino. –Non è male- pensò.


    Aveva chiuso gli occhi ripensando a quel giorno. –Come poterlo dimenticare- pensò. -È stato il giorno in cui mi sono innamorato di lei, due anni fa. Se qualcuno dovesse ascoltare questa strana storia, si chiederebbe perché ho continuato a tormentarla anche dopo essermi innamorato; non credo che qualcuno capirebbe. Mi sono comportato in quel modo perché era l’unico per poterla vedere tutti i giorni, per poterle “parlare”-
    Era strana come motivazione, ma era l’unico modo dato che, se non si fosse comportato così, non avrebbe mai avuto il coraggio di parlarle. È un ragazzo timido, anche se non sembra.
    Il campanello suonò. Pensò a chi potesse essere, dato che non aspettava alcuna visita; si trascinò fino alla porta di ingresso, e quando la aprì rimase un po’ sorpreso.
    <<posso entrare?>> chiese Sarah.
    -Che ci fa questa qui? Non sono dell’umore adatto per discutere-.
    <<È buona educazione rispondere.>>
    <<beh, se proprio vuoi saperlo, la mia risposta è no. Non ho voglia di discutere in questo momento, quindi se non ti dispiace…>>. Stava per chiuderle la porta.
    <<non sono venuta per discutere>> disse Sarah. <<sono qui per parlare di Veronica>>
    Travis la guardò, dopo un momento di riflessione la fece entrare.
    La fece accomodare in salotto; le indicò di sedersi sul divano, mente lui si accomodò sulla poltrona di fronte. Non le rivolse la parola però. Fu Sarah a parlare per prima.
    <<ti sarai accorto che Veronica è rimasta assente da scuola in questi giorni. Non mi ha risposto tutte le volte che la chiamavo al telefono, non ha chiamato neanche per avvisarmi che stava assente da scuola. Pensavo le fosse successo qualcosa di grave quando mi sono presentata a casa sua questo pomeriggio; era stravolta. Gli occhi arrossati e segnati da occhiaie. Non ha dormito per 2 giorni Travis.>>
    Travis non spiaccicò un parola.
    <<È in quello stato per te, Travis. Mi ha detto che le hai confessato che la ami, è vero? O è solo un brutto scherzo che le hai fatto per farla star male??>>
    Fino ad allora non aveva fiatato, ma a quella domanda non riuscì a stare zitto. <<no. Non è uno scherzo. La amo. Davvero.>>
    <<non riesco a capire. Quando? Quando ti sei innamorato di lei? Possibile che in 15 giorni tu ti sia innamorato, dopo tutti i tormenti che le hai dato? Come è….>> Sarah non riuscì a finire la frase.
    <<due anni.>>
    <<cosa??>>
    <<mi sono innamorato di lei due anni fa.>>
    Sarah era confusa e sbalordita allo stesso tempo. <<cosa?? Due anni fa?? Ma non è possibile! Le hai sempre dato il tormento! E poi, come è possibile se non hai mai passato del tempo con lei?>>
    <<l’ho vista ai giardini pubblici. Cantava. La sua voce mi ha subito colpito e da quel momento mi sono innamorato di lei… Non so neanche io com’è successo, ma è successo.>>
    <<fattelo dire, se un ragazzo un po’ strano. Anche dopo esserti innamorata di lei, hai continuato ad assillarla. Che bel modo di dimostrare il tuo amore! Poi soprattutto obbligandola col ricatto a lavorare assieme per il compito di matematica, proprio una bel modo.>>
    <<a quello c’è una spiegazione>> le disse Travis.
    <<e sarebbe?>>
    Travis sospirò. Non gli andava molto di raccontarle quella storia, ma lo fece comunque.
    <<beh… quando scopri che il tuo “migliore” amico vuole provarci con la ragazza che ami solo per soddisfare i suoi fini ultimi, è difficile rimanere senza far nulla. Difatti quando mi aveva detto, all’inizio dell’anno scolastico, che la “sorte” sarebbe caduta su Veronica, non ci ho più visto e gli ho tirato un pugno in pieno viso, dopodiché me ne sono andato. L’ultima cosa che mi disse era che chi sarebbe riuscito a farla innamorare per primo avrebbe vinto.>> si fermò un secondo, poi tornò a parlare. <<per me non era un gioco, volevo solo che non venisse ferita da quel imbecille, quindi ho pensato ad un modo per fare in modo che ciò non avvenisse e la prima cosa che mi venne in mente fu il test di matematica. Quindi l’ho obbligata a lavorare con me, ma non è servito a molto.>>
    Quando terminò di parlare, Sarah lo stava fissando. <<quindi hai fatto tutto questo per proteggerla?>>
    <<già. Così sembra.>>
    Una macchina parcheggio nel vialetto davanti casa; Sarah si alzò.
    <<sarà meglio che vada>>
    Si avviò verso la porta accompagnata da Travis; aprì la porta e si soffermò davanti alla soglia. Parlò a Travis senza girarsi.
    <<lei ti ama Travis, e crede di averti perso per sempre.>>
    Lui sbarrò gli occhi dalla sorpresa di quelle parole.
    <<non credo che tutto quello che è successo sia avvenuto per caso, non credo in questo tipo di cose. Pensa a questo che ti ho detto.>> detto questo andò via.
    Era rimasto lì, fermo. Continuava a pensare a quelle parole immobile; solo dopo aver visto i suoi genitori avvicinarsi si mosse.
    <<come mai a casa così presto?>> chiese.
    Nessun dei due gli diede alcuna risposta.
    <<allora?>> disse di nuovo.
    A quel punto fu la madre a parlare. <<prepara tutta la tua roba, Travis. Dopodomani partiamo.>>
    La confusione lo pervase. <<cosa??>>


    SPOILER (click to view)
    Capitolo 14: Voglio che tu sappia che…

    (Chi ha incastrato Roger Rabbit?)



    <<vedrai, tornerà tutto a posto. Non preoccuparti.>> Sarah mi stava abbracciando; neanche lei era sicura delle sue stesse parole.
    <<no Sarah….è tardi, lo so.>> mi staccai dal suo abbraccio e mi misi sotto le coperte. <<scusa Sarah, sono stanca…>>
    <<no, no, no… va bene che sei distrutta da questa situazione, ma tu adesso vai a farti una doccia e ti riprendi un po’. Dopodiché domani mi aspetto che tu venga a scuola. Facciamo un ripasso di matematica prima del test; sai che devi superarlo per forza. Hai capito?>>
    La mia voglia era pari a zero, ma non aveva tutti i torti. Questo test di matematica è troppo importante. <<d’accordo, domani verrò.>>
    <> guardò l’ora. <<ora devo andare. Si sta facendo tardi, e devo ancora passare in un posto. Mi raccomando, non obbligarmi e venire a prenderti con la forza domani. Ciao tesoro.>> Detto questo andò via, lasciandomi di nuovo alla mia angoscia.
    Passarono 20 minuti da quando rimasi sola; mi alzai e, strascicando i piedi a terra, mi diressi verso il bagno. Aprii l’acqua della vasca, che iniziò a riempirsi; il mio sguardo si posò sullo specchio; la figura di fronte a me non sembravo io. Avevo ancora a dosso i vestiti di 3 giorni prima, i capelli che andavano per conto proprio e gli occhi marcati da profonde occhiaie e arrossati.
    -Non mi riconosco più.-
    Mi spogliai mettendo a lavare i vestiti sporchi e mi immersi nella vasca d’acqua calda; appoggiai la testa al bordo e iniziai a pensare, ovviamente il mio oggetto di pensiero era diventato Travis.
    Dei flashback si fecero spazio nella mia mente

    E lo consideri il tuo principe azzurro? Come puoi considerarlo un principe se allo stesso tempo sta con un’altra!
    Mi ha promesso che parlerà con Lucy e che la lascerà.
    E tu ci credi? Credi a quello che ti dice?!!!

    Come faccio ad essere felice se la ragazza che amo prova dei sentimenti per un altro?

    Quando sai di amare veramente una persona non ti serve del tempo per dire quello che pensi!

    Travis mi aveva detto tutto, senza neanche un minimo di esitazione, anche se sapeva di farmi soffrire.


    -Come ho potuto non accorgermi dei suoi sentimenti subito… anche dopo aver intuito, ho fatto finta che la realtà fosse solo una finzione. Volevo dimostrare a me stessa che si stava sbagliando, che Jack poteva davvero essere il mio principe, ma… aveva ragione lui. Su tutto. E ora non solo il mio sogno è andato in frantumi, ma l’ho anche perso-
    Ovviamente a questi pensieri non riuscii a trattenere le lacrime. –Piangere ormai sta diventando un’abitudine.-
    Passarono più di 45 minuti, quando mi accorsi che l’acqua si stava raffreddando, così iniziai a lavarmi. Dopo essermi lavata anche i capelli, ed essermi sciacquata, uscii dalla vasca e mi avvolsi in un asciugamano, che aderì immediatamente al mio corpo.
    Rivolsi il mio sguardo nuovamente allo specchio; i cambiamenti rispetto a prima erano evidenti.
    Asciugai i capelli con il phon, che diventarono mossi e boccolosi. Il mio capello naturale; solitamente io li porto lisci però. Andai in camera mia; indossai la biancheria e poi mi misi il pigiama, blu con un orsacchiotto stampato sulla maglia.
    Scesi sotto; era la prima volta dopo tutto il putiferio. Scendendo le scale mi ritornò in mente la prima volta che Travis venne a casa mia; mi disse “Poco femminile”. Lo immaginai lì, nello stesso punto in cui pronunciò quelle due parole; mi voltai verso il salotto, dove mi tornò in mente l’immagine di Travis che mi abbracciava, mentre io piangevo, sfogandomi tra le sue braccia.
    -Tutti segnali che non sono riuscita a cogliere…-
    Andai in cucina per mettere qualcosa sotto i denti; dopo 3 giorni senza toccare cibo,un leggero appetito mi era venuto. Mi preparai un panino e presi posto al tavolo, dove solitamente ero solita sedermi; fissai il vuoto davanti a me, mentre continuavo a mangiare, quando mi apparve l’immagine di Travis.
    L’appetito mi passò in un secondo. –No. Non posso continuare così, domani gli devo assolutamente parlare. Si, deve sapere.-

    Il giorno dopo.

    Alle 7 ero già davanti scuola. Non ero al massimo della mia forma, ma dovevo parlare con lui, e poi l’avevo promesso a Sarah; vidi molti dei miei compagni, persone che conoscevo di vista e persone che vedevo per la prima volta arrivare. Ma di lui ancora niente.
    -L’attesa è sempre snervante… e se non dovessi vederlo? No, è sempre in ritardo.-
    Un’ora dopo non era ancora arrivato. Non potevo aspettare oltre, la campanella era suonata e io dovevo andare in classe; gli avrei parlato quando sarebbe arrivato.
    I corridoi erano già tutti vuoti; si sentiva già la lezione del giorno in qualche classe. Salii le scale per andare al primo piano, dove si trovava la mia aula; non l’avessi mai fatto. A metà scala vidi Jack appoggiato al muro.
    Sul suo volto un sorriso maligno; il labbro ancora arrossato per il pugno ricevuto da Travis. Avrei preferito girare i tacchi e prendere le altre scale per salire, ma avrei solamente allungato la mia tortura, perché sentivo che mi avrebbe seguita.
    <<prendi sempre queste scale per salire al primo piano.>> disse con voce divertita.
    Presi coraggio e continuai la mia salita. Gli passai accanto, ma non mi fermai.
    <<l’eroe ti ha abbandonata? Non lo vedo al tuo fianco.>>
    Mi fermai per un secondo, per poi continuare a camminare.
    <<avrebbe dovuto proteggerti, ma non ce l’ha fatta. Ma io ero sicuro fin dall’inizio che non ce l’avrebbe mai fatta contro di me…>>
    Mi girai di scatto. <<smettila! Non so cosa sia questa storia di proteggermi, quando sia iniziata o meno, so solo che non avrei mai dovuto fidarmi di te. Credevo fossi un ragazzo diverso, un ragazzo d’oro, invece sei solo un bastardo, che tradisce la sua ragazza senza curarsi dei suoi sentimenti>> lo fissai e poi aggiunsi <<non che mi interessa, sia chiaro.>>
    Lui mi guardava inespressivo. <<ora scusami ma devo andare…anzi no. Non le voglio le tue scuse. Addio.>>
    Ripresi a camminare, poi mi girai di nuovo verso lui, ancora fermo lì nella stessa posizione. <<ah! Ancora una cosa. Travis è mille volte meglio di te, e mi sono davvero pentita non essermene accorta prima.>> e con queste ultime parole lo lasciai lì, sperando di non aver più niente a che fare con lui. Mai più.

    Arrivai davanti alla classe. Esitai. –Spero ci sia in classe. Voglio vederlo. Vedere i suoi occhi, le sue labbra.- Presi un lungo respiro e poi aprii la porta. La mia delusione crebbe fino alle stelle.
    Non c’era.
    <<buongiorno signorina Evans. Vuole accomodarsi oppure rimanere lì tutto il girono?>>
    <<oh…si, mi scusi professor Davis. Prendo subito posto.>>
    -Non c’è. Non è venuto.-
    Presi posto. Sarah mi guardava; felice della mia presenza a scuola, ma preoccupata e triste per la mia reazione alla sua assenza.
    Rimasi attenta quanto potevo le prime 2 ore, durante il ripasso di matematica, dopo quelle, la mia presenza in classe era un optional.. non riuscivo a stare attenta. Era troppo chiedermi di farlo.
    All’intervallo rimasi in classe, non mi mossi da dov’ero, e trascorse anche le ultime 3 ore della giornata non mi accorsi neanche che fu arrivato il momento di tornarsene a casa. Fu Sarah a risvegliarmi dai miei pensieri.
    <<vicky…forza, andiamo.>>
    Presi la mia roba e mi avviai verso l’uscita con lei; non disse alcuna parola. Aveva capito che oggi non ero molto presente. Questo silenzio durò fino alla stazione, quando mi chiese se riuscissi a tornare a casa da sola. Le risposi di si.
    Arrivai a casa. Erano le 14.00.
    Andai in salotto; posai la cartella a terra, mentre io mi sdraiai sul divano. Rimasi così per un’ora buona, poi mi ripresi un po’ e pensai al compito di matematica di domani.
    -Devo dare qualche lettura alle regole altrimenti rischio di non ricordarmi nulla.-
    Aprii la cartella; il libro non c’era. –Ecco…ci mancava anche questa. Dov’è ora il libro?-
    Ripensai a quello che ricordavo della giornata, quando ricordai di averlo prestato al professore durante la lezione, me ne ero dimenticata.
    -Non posso lavorare senza libro. Il prof dovrebbe essere ancora a scuola.-
    Presi la tracolla che lasciavo davanti alla porta d’ingresso e mi incamminai; il treno per una volta era puntuale.
    Arrivai a scuola mezzora dopo. Mi diressi in sala insegnanti augurandomi che ci fosse ancora il prof, per mia fortuna c’era.
    <<salve professore.>>
    <<salve signorina. Che ci fa qui a quest’ora?>>
    <<mi scusi se la disturbo, ma credo di averle lasciato il mio libro. Potrebbe…?>>
    <<oh, si. Mi scusi, me n’ero dimenticato. Ecco, tenga.>>
    <<la ringrazio.>> gli sorrisi per ringraziarlo, dopodiché tolsi il disturbo.
    Uscii dall’ingresso principale della scuola, quando lo vidi.
    <<travis…>>
    Era poco più avanti di me; si girò quando sentì il suo nome. <<veronica.>>
    Gl’occhi iniziavano a diventarmi lucidi. <<che ci fai qui a quest’ora? Perché non sei venuto oggi?>>
    Non ricevetti alcuna risposta, ne alla prima, ne alla seconda domanda. Mi avvicinai a lui. <<travis, io…>>
    <<no, Veronica. Ti prego.>>
    -Non vuole ancora parlarne….ma io devo. Devo dirglielo.-
    Dalla mia bocca però non uscì nessuna parola. Solo le lacrime erano giunte al punto di cadere.
    <<ti serve un passaggio? Il prossimo treno è alle 16.50, dovresti aspettare quasi 2 ora da sola.>>
    Non sapevo che dire. Mi sorprese un po’. <<si, grazie.>>
    Si voltò iniziando a camminare; lo seguii. Usciti dal cancello mi guardai attorno. <<ma la tua macchina?>>
    <<non sono venuto in macchina. Sono venuto con quella.>> disse mentre indicava una moto da corsa nera.
    <<una moto da corsa? Non sapevo ne avessi una…>>
    <<infatti è solo un prestito; volevo provarla.>>
    -Non sapevo gli piacessero le moto….-
    Salì porgendomi poi il casco. <<mettilo.>>
    Lo presi tra le mani <<sei sicuro? E tu?>>
    <<non preoccuparti. Ora sali.>>
    Lo guardai. In sella a quella moto appariva più affascinante di quello che era; infilai il casco e salii, appoggiandomi alle sue spalle per aiutarmi.
    <<tutto a posto?>> mi chiese.
    <<si. Tutto ok.>>
    <<bene. Si parte allora, tieniti forte>>
    <<cosa…?>> non ebbi il tempo di finire la frase che parti dando gas alla moto. In un millesimo di secondo mi ritrovai avvinghiata ai suoi fianchi in una sorta di abbraccio; me ne accorsi solo dopo che la paura fu passata. Di colpo il mio cuore iniziò a battere a 3.000. Sentivo il contatto con il suo corpo; chiusi gl’occhi, sperando che questo momento non finisse mai.
    Rimasi in quella posizione per tutto il tragitto; ogni tanto la mia presa si rafforzava, lui la interpretava come paura, ma in verità volevo sperare che fosse la realtà e non solo un brutto sogno. Il viaggio durò pochissimo; eravamo già davanti casa mia.
    <<veronica, siamo arrivati.>>
    -Non voglio staccarmi…- Questo era il pensiero che mi ronzava nella testa, ma dovetti. Il cuore sembrò spezzarsi in mille pezzi.
    <<vuoi entrare?>> gli chiesi.
    Lui non mi rispose. Dopo un momento di silenzio scesa dalla moto; sorrisi. Mi voltai in modo da andare ad aprire la porta, ma lui mi fermò. Mi prese per un braccio e mi girò verso di lui; mi guardò negl’occhi un istante, poi mi abbracciò.
    Ero confusa. Non capivo il motivo di questa sua improvvisa azione, ma ero felice come non mai. Lo abbracciai a mia volta; non volevo che quel abbraccio si sciogliesse mai più.
    <<vicky…>>
    <<mmh…?>>
    <<grazie. Per tutto. I momenti che mi hai regalato, la tua voce….tutto.>>
    <<la mia voce? Travis ma cosa…?>> cercai di staccarmi per poterlo guardare in faccia, ma lui mi strinse ancora di più.
    <<ascoltami attentamente…volevo dirti che…>> ci furono alcuni istanti di silenzio prima che iniziasse a parlare. <<ti amo, Vicky.>>
    Quelle parole mi sorpresero. Dai miei occhi iniziarono a scendere lacrime; di felicità e di sorpresa.
    Continuò a parlare. <<e ti amerò sempre. Ricordatelo Vicky, non dimenticarlo mai.>>
    Non capivo quell’ultima frase; sembrava ci fosse qualcosa di tremendamente sbagliato in quelle ultime parole.
    Si staccò da me. Mi guardò negli occhi e poi si avvicinò dandomi un bacio sulla fronte.
    <<ora devo andare.>> si voltò, tornando verso la moto. Salì, si mise il casco e accese la moto.
    <<aspetta.>>
    Mi guardò, con quegli occhi che tanto mi avevano attirato dal primo momento in cui li avevo guardati veramente.
    <<ci vediamo domani a scuola?>>
    Continuò a fissarmi per un po’, poi sorrise. <<certo. A domani, Vicky.>>
    Diede gas alla moto e partì. Continuavo a fissarlo; diventava sempre più piccolo, fino a quando non scomparve dietro la curva.
    -Si. A domani, Travis.-


    Altri capitoli nel post successino!!!^^

    Edited by Queen N. - 26/10/2009, 18:57
  14. .
    Non ti è conceso amarlaaaaa???? o__o
    Why????????
    Ancora Jess!!
  15. .
    nome forum: Gossip Girl Couples
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    tesserino in home? si in fondo
    tesserino in firma di qualche admin/mod?: si http://ggcouples.forumfree.net/?act=Profile&MID=4477827
660 replies since 16/6/2008
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